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Giovanni Verga e la Fiumana del Progresso

 

 

 

Nato nel 1840 a Catania, Giovanni Verga è stato uno scrittore e drammaturgo italiano, cardine della corrente letteraria del Verismo.

 

Verismo:

Il Verismo, nato e sviluppatosi sotto gli influssi del naturalismo francese di Emile Zolà, vede il suo polo letterario principale nella città di Milano, nonostante venga prediletta la rappresentazione delle realtà sociali del Mezzogiorno italiano, in particolar modo quelle siciliane e campane. La sua innovazione, dovuta al clima positivista presente in quel periodo, è concretizzata nell'impersonalità dei versi spiegata in chiave sociologica, in cui il punto di vista risulta non più quello di un narratore onniscente ma di ciascuno dei personaggi che, coerentemente, si esprimeranno in un registro linguistico che rispecchi la loro condizione sociale. Verga accetta il punto di vista basso come grande novità, tuttavia accantona la parte positivista per quanto riguarda la scienza, approdando ad un pessimismo materialistico in cui ciò che trionfa è il solo bene materiale.

 

Fiumana del Progresso:

Se il bene materiale è ciò che trionfa, chi non ne possiede è inevitabilmente destinato a soccombere a quella lotta disperata per la vita, dettata dal solo egoismo individuale, che è la Fiumana del Progresso. Con la Fiumana, Giovanni Verga si riferisce a tutta quella condizione socio-economica italiana descritta nel Ciclo dei Vinti, che emergina coloro che non riescono a stare al passo con il progresso della società, travolgendo violentemente una classe sociale dopo l'altra, senza mai arrestarsi, rendendo i vincitori del momento i Vinti del futuro. Per questo Verga è così critico verso il progresso, ritenuto legato ai bisogni materiali egoistici dell'individuo e per questo associato ad un Darwinismo sociale che in quel periodo era causa della crisi storica su cui i Veristi puntano i riflettori della loro indagine asetticamente scientifica.

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